Genetica di Popolazione

Paleontologia

mercoledì 15 giugno 2011

La Commissione Europea annuncia una nuova strategia per arrestare la perdita di biodiversità entro i prossimi dieci anni


La strategia prevede sei obiettivi che, incentrati sui principali fattori responsabili della perdita di biodiversità, ridurranno in certa misura la pressione che questi esercitano sulla natura e sui servizi ecosistemici nell’UE vincolando le principali politiche settoriali a obiettivi relativi alla biodiversità.

Il commissario europeo responsabile per l’ambiente Janez Potočnik ha dichiarato: “Noi esseri umani, oltre ad essere parte integrante della biodiversità, dipendiamo da essa per procurarci cibo, acqua e aria pulite, e un clima stabile. È il nostro capitale naturale, che stiamo spendendo troppo in fretta — e tutti noi sappiamo cosa accade quando ci indebitiamo al di là delle nostre possibilità. Dovremmo tutti riconoscere la gravità della situazione e l’incapacità finora dimostrata di risolvere il problema. È giunto il momento di impegnarsi molto più a fondo. Sono certo che questo nuovo approccio multisettoriale ci metterà sulla giusta strada per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020”.

Migliore tutela per un mondo messo a dura prova
In Europa la biodiversità è a un punto critico, con l’estinzione delle specie che aumenta a ritmi mai registrati prima. Il degrado di molti ecosistemi ha raggiunto un’entità tale per cui essi non sono più in grado di fornire l’ampia gamma di servizi da cui dipendiamo, dall’aria e acqua pulite, all’impollinazione delle colture, alla protezione dalle inondazioni. Tale degrado si traduce in enormi perdite socioeconomiche per l’UE. Si stima, ad esempio, che l’impollinazione ad opera degli insetti, in netto calo in Europa, abbia un valore economico di 15 miliardi di euro all’anno nell’UE. La situazione non è meno preoccupante a livello mondiale.

La strategia adottata oggi prevede sei obiettivi prioritari e azioni d’accompagnamento per ridurre in modo sostanziale le minacce che incombono sulla biodiversità. Tra le azioni si annoverano:
  • piena attuazione della normativa vigente in materia di protezione della natura e della rete di riserve naturali, onde apportare ingenti migliorie allo stato di conservazione di habitat e specie;
  • migliorare e ripristinare gli ecosistemi e i servizi ecosistemici laddove possibile, in particolare aumentando l’uso delle infrastrutture verdi;
  • garantire la sostenibilità delle attività agricole e forestali;
  • salvaguardare e proteggere gli stock ittici dell’UE;
  • contenere le specie invasive, sempre più spesso causa della perdita di biodiversità nell’UE;
  • aumentare il contributo dell’UE all’azione concertata internazionale per scongiurare la perdita di biodiversità.

Mantenere gli impegni
La strategia è in linea con due grandi impegni assunti dai dirigenti europei nel marzo del 2010, ossia porre fine alla perdita di biodiversità nell’UE entro il 2020 e proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici dell’UE, attribuirvi un valore e ripristinarli entro il 2050. Va anche di pari passo con gli impegni internazionali assunti a Nagoya nell’ottobre del 2010, nell’ambito della convenzione sulla diversità biologica, in occasione della quale i leader mondiali hanno adottato una serie di misure per far fronte alla biodiversità a livello mondiale nei prossimi dieci anni.
Parte integrante della strategia Europa 2020, la strategia sulla biodiversità contribuirà a far sì che l’UE raggiunga non solo gli obiettivi che si è data in fatto di efficienza delle risorse, garantendo una gestione sostenibile del proprio capitale naturale, ma anche quelli in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai medesimi, migliorando la resilienza degli ecosistemi e i servizi da essi forniti.

Contesto
Il patrimonio naturale del pianeta e le risorse naturali, dalle singole specie a ecosistemi come le foreste, le barriere coralline, i bacini idrici e i suoli, si stanno riducendo ad un ritmo allarmante. La perdita di biodiversità costa ogni anno miliardi all’economia mondiale, danneggia le singole economie, compromette le prospettive economiche e le possibilità di combattere la povertà.
Nell’UE la perdita di biodiversità è soprattutto dovuta a cambiamenti nell’utilizzo del territorio, inquinamento, sfruttamento eccessivo delle risorse, diffusione incontrollata di specie non autoctone e cambiamenti climatici. La pressione esercitata da tutti questi fattori è costante o in aumento. Solo il 17% degli habitat e delle specie esaminati godono di uno stato di conservazione soddisfacente e la maggior parte degli ecosistemi non riesce più a fornire in quantità e qualità ottimali i servizi da cui dipendiamo, come l’impollinazione delle colture, aria e acqua pulite, il controllo delle inondazioni o dell’erosione.
Il ritmo attuale a cui le specie si estinguono sul nostro pianeta è mille volte superiore a quello naturale, a causa soprattutto delle attività umane. Nell’UE circa il 25% delle specie animali europee, tra cui i mammiferi, gli anfibi, i rettili, gli uccelli e le farfalle, sono a rischio di estinzione, mentre l’88% degli stock ittici sono troppo sfruttati o molto depauperati.

Per chi vuole approfondire:

Per informazioni complete sul contenuto della comunicazione si rimanda a:
http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/policy/index_en.htm

Per chiarimenti sulla nuova strategia, si veda: MEMO/11/268

Si veda anche la campagna della Commissione sulla biodiversità:
http://ec.europa.eu/environment/biodiversity/campaign/index_it.htm

Per saperne di più sulla politica dell’UE in materia di biodiversità post 2010, si veda:
http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/policy/index_en.htm

Nessun commento:

Posta un commento