Iperico
Il genere Hypericum contiene, secondo il conteggio
più recente, 469 specie che sono state classificate in 36 sezioni tassonomiche. L'Hypericum perforatum L. (l'erba di S. Giovanni) è il taxon più minuziosamente
studiato del genere Hypericum. É ben nota per i suoi usi storici e
contemporanei come pianta medicinale, in particolar modo per il trattamento
delle depressioni deboli o moderate.
Il termine perforatum
gli deriva dalla presenza sulle sue foglie verdi chiaro di numerose
punteggiature dovute a numerose ghiandole secretrici traslucide. I fiori con
cinque petali di colore giallo presentano numerosi stami.
e i pigmenti naftodiantronici ipericina (qui a lato) e pseudoipericina.
La frazione isoprenoide dell'iperforina è prodotta attraverso la stessa via biosintetica che porta ai monoterpeni, che sono comunemente i maggiori costituenti degli oli essenziali dell'Hypericum (come a- e il b-pinene, limonene). Alcune osservazioni suggeriscono che i componenti dell'olio essenziale e l'iperforina (come pure i suoi derivati) sono biosintetizzati nei cloroplasti presenti nelle cellule sottili che circondano le ghiandole traslucide e poi secreti nelle cavità.
I canali
secretori nei tessuti fiorali e tissutali nel H. perforatum sono di tre tipi. I canali del tipo A che di solito
hanno un diametro stretto (sebbene questo può essere variabile nel pistillo e
nel tessuto radicale) e sono delimitati da quattro o più cellule poligonali. I
canali di tipo B e C sono strutturalmente simili alle ghiandole traslucide, ma
hanno differenti pattern ontogenetici. Piovan et al. hanno identificato
l'iperforina nei tessuti del sepalo che contengono i canali di tipo B in H. elodes.
I costituenti
volatile dell'olio essenziale che sono stati più frequentemente riportati
dall'Hypericum includono gli idrocarburi alifatici n-nonano e n-undecano; i
monoterpeni a- e b-pinene; e il sesquiterpene b-cariofillene e l'ossido di cariofillene.
Le variazioni
nel contenuto dell'olio (0,04 -1,93%) dipendono dal luogo di provenienza. I
costituenti terpenoidi, in modo particolare i sesquiterpeni, sono descritti
come costituenti principali nell'olio delle piante raccolte dalle regioni
montuose, mentre le cere a lunga catena e i grassi vengono osservati come
dominanti nelle piante provenienti dalle pianure. Precedenti studi con altre
specie hanno mostrato simili risultati
Costituenti
principali Della droga
Le diverse
specie di Iperico contengono molti costituenti bioattivi, tra i quali proantocianine,
flavonoidi, in percentuale maggiore nelle foglie che nei fiori, (il pigmento
giallo viperina, iperoside, rutina, quercitrina, isoquercitrina e quercetina),
biflavonoidi, xantoni, fenilpropani e naftodiantronici, che sono degli
antrachinoni con la struttura di base dell'antracene (ipericina il pigmento
rosso presente nelle ghiandole scure dei petali e la pseudoipericina) che sono
caratterizzati dalla loro relativa idrofilicità, come pure l'acilfloroglucinolo
(iperforina, adiperforina)
e i componenti dell'olio essenziale che sono più idrofobici in natura. poi
contiene Vitamina C, carotene, acido caffeico, colina, saponina e pectina.
Il contenuto di
derivati naftodiantronici è dello 0,05-0,15%, quello dei flavonoidi varia da 2
al 5%, mentre quello dei derivati floroglucinolici può raggiungere il 4,5%.
La natura
lipofilica dell'iperforina permette a questa molecola di attraversare la
membrana plasmatica delle cellule.
L'uso
dell'iperforina come nuovo agente terapeutico è limitato dalla sua scarsa
solubilità e, soprattutto, dalla sua instabilità, principalmente a causa della
sua senbilità all'ossidazione che al calore.
L'olio essenziale
L'olio
essenziale di Iperico che si ottiene per distillazione in corrente di vapore dagli
steli e dai fiori ha come costituente principale il 2-metilottano. Contiene diversi monoterpeni (pinene, limonene, terpineolo, geraniolo) e
sesquiterpeni (cadinene, cariofillene). Quest'olio è in parte etereo e in parte fisso per la
presenza di tristearina e tripalmitina.
Solo
recentemente si sono potuti avere a disposizione grandi quantità di olio
essenziale. Sebbene, la prova dell'assorbimento di alcuni componenti dell'olio
essenziale attraverso la pelle esista, i dati clinici dell'efficacia dell'olio
essenziale di Hypericum applicato topicamente nella sua forma pura o diffuso attraverso
un mezzo oleoso ancora mancano.
Il contenuto
dell'olio essenziale in piante di H. perforatum sane è più alto durante il
periodo della piena fioritura rispetto alla prefioritura o al periodo della
fruttificazione (rispettivamente dello 0,35% contro lo 0.12 e 0.18 %). Le
ricerche hanno dimostrato che l'efficienza dell'estrazione dell'olio essenziale
aumenta con distillazione di CO2 liquida o supercritica (ottenuto
1,00% w/w) ed è molto superiore rispetto a quella ottenuto con la distillazione
a corrente di vapore (0,06%, w/w). L'iperforina e i suoi derivati si ritrovano utilizzando la distillazione liquida o
supercritica di CO2 ma non si ritrovano quando la metodica di
estrazione fa uso della
distillazione a corrente di vapore.
L'esame di 11 estratti di foglie e fiori di H. perforatum che crescono in una singola popolazione in Lituania indica che il b-cariofillene e l'ossido di cariofillene dominano nelle foglie, mentre il spatulenolo (un sesquiterpenolo), il tetradecanolo e il viridiflorolo sono i costituenti dominanti dei fiori[3]. Uno studio simile condotto su piante che crescono nel Iran nordorientale ha rivelato che l'a- e b-pinene e l'a- e b-selinene sono i principali costituenti volatili delle foglie e dei fiori, mentre il germacrene D era predominante nell'olio estratto dai gambi e dalle radici.
distillazione a corrente di vapore.
L'esame di 11 estratti di foglie e fiori di H. perforatum che crescono in una singola popolazione in Lituania indica che il b-cariofillene e l'ossido di cariofillene dominano nelle foglie, mentre il spatulenolo (un sesquiterpenolo), il tetradecanolo e il viridiflorolo sono i costituenti dominanti dei fiori[3]. Uno studio simile condotto su piante che crescono nel Iran nordorientale ha rivelato che l'a- e b-pinene e l'a- e b-selinene sono i principali costituenti volatili delle foglie e dei fiori, mentre il germacrene D era predominante nell'olio estratto dai gambi e dalle radici.
Un recente
studio ha rivelato che piante di H. Perforatum sane producono maggiori quantità
di olio essenziale (0.75%) rispetto a piante infettate con un fitoplasma gruppo
ribosomiale 16SrVII conosciuto come Ash
Yellow (0.11%) e che una percentuale più alta di sesquiterpeni a monoterpeni e
alifatici nelle piante infettate. É stato osservato un maggiore accumulo di
iperforina dopo lo scatenamento di piantine di H. perforatum con il fungo
patogeno Colletotrichum gloeosporioides. Come l'infezione batterica (ad es. con
Agrobacterium tumefaciens) o fungina possa alterare l'olio essenziale (o altri
costituenti lipofilico, è una promettente area di indagine futura.
Oleolito
L'olio di
Iperico o oleolito di Iperico (oleum
hyperici) si prepara lasciando macerare i fiori freschi in olio di oliva o
in olio di girasole (rapporto 25:100) esponendo la miscela alla luce solare per
due o tre settimane (20 giorni circa) agitandolo di tanto in tanto. Dopo questo
tempo di esposizione l'olio assume una colorazione rossa. La colorazione rossa
è data non solo dall'ipericina, ma anche dagli altri derivati naftodiantornici. Sebbene
sembri, secondo alcuni studi, che i naftodiantroni (in particolar modo
l'ipericina e la pseudoipericina) non si ritrovano nell'olio[4].
La
composizione dell'olio non è ben nota.
L'uso dell'oleolito di iperico ha una lunga storia
nell'uso tradizionale europeo per il trattamento delle scottature e bruciature,
di ferite e delle ulcere ed in parte anche per la sua azione antibatterica. Il
derivato lipofilico floroglucinolico, iperforina,
è considerato essere uno dei principali costituenti bioattivi (ad es. antibatterico e antidepressivo) dell'Iperico, insieme ad un composto correlato, l'adiperforina, si ritrovano nell'olio[5].
è considerato essere uno dei principali costituenti bioattivi (ad es. antibatterico e antidepressivo) dell'Iperico, insieme ad un composto correlato, l'adiperforina, si ritrovano nell'olio[5].
Questa
preparazione è stata usata anche dai chirurghi per pulire le ferite ed è
divenuta ufficiale nella prima "London Pharmacopeia". Non sono stati
fatti degli studi random sugli effetti dell'oleolito in dermatologia ma si è
osservato tramite uno studio effettuato su 21 pazienti affetti da dermatite
atopica lieve e moderata, è stata dimostrata la supeiorità di una crema
contente un estratto di iperico standardizzato (iperforina 1,5%) rispetto ad
una crema contenente il solo placebo[6].
Proprietà
L'oleolito di
Iperico viene usato per trattare l'ansia, la depressione, le contusioni, le
lievi ferite, le scottature e i dolori reumatici.
Il Mattioli
nei I discorsi (1555) gli attribuisce
proprietà diuretiche, antimalariche e lo raccomanda come emmenagogo e per la
cura delle ustioni. Nella tradizione popolare veniva usato per scacciare i
demoni e per difendersi dai malefici. Sin dal XVI secolo si sa che la tintura o
l'olio o il balsamo di iperico e anche l'empiastro si rivelano utili nella
terapia delle ferite, delle ustioni della pelle e nelle ulcere.
Diversi studi
hanno dimostrato che l'olio infuso presenta proprietà antiinfiammatorie ed accelera
la velocità di guarigione della ferita attraverso la stimolazione della
produzione del tessuto epiteliale (proprietà riepitalizzante) quando applicato
in vivo ed esibisce effetti gastroprotettivi quando preso oralmente.
Antibatterico
Le proprietà
antimicrobiche e antiossidanti degli oli essenziali sono ben documentate. I
composti lipofilici, che includono i derivati terpenoidi, si sono dimostrate
capaci di distruggere le membrane cellulari dei batteri e dei funghi, e poi di
inibire la respirazione cellulare e il trasporto ionico.
L'iperforina è
il principio attivo ad azione antibiotica.
Anticoagulante
Antivirale
Il
naftodiantrone ipericina, è probabilmente il responsabile principale per
l'attività antivirale dell' Hypericum perforatum, e parzialmente responsabile dell'azione antidepressiva
(non è chiaro ancora se con meccanismo IMAO o SSRI o altro).
Antidepressiva e ansiolitico
L'iperico
viene usato per combattere stati depressivi, anche post-partum o legati alla
menopausa e i disturbi dell'umore. L'effetto antidepressivo dell'iperico sembrava
fosse dovuto all'inibizione delle MAO. Inizialmente si pensava che l'ipericina
fosse il principale responsabile di questa attività. Studi più recenti non
hanno confermato questa ipotesi; infatti, se è pur vero che l'ipericina è un
inibitore delle MAO, la sua scarsa potenza non giustifica l'efficacia clinica
dell'iperico a dosi terapeutiche. Ricerche più rigorose hanno evidenziato la
capacità dei derivati floroglucinolici, in particolare dell'ipeforina,
di inibire la ricaptazione di numerosi neurotrasmettitori a livello centrale,
quali serotonina, noradrenalina, dopamina, glutammato e GABA. L'iperforina è
l'unico antidepressivo in grado di inibire la ricaptazione di serotonina,
noradrenalina e dopamina con la stessa potenza.
Questo ampio
profilo di inibizione suggerisce che l'iperforina non agisce su specifici
trasportatori associati alla ricaptazione dei singoli neurotrasmettitori, ma
con un meccanismo più generale di trasporto delle molecole. Infatti, Gli
estratti d'Iperico esercitano l'inibizione del reuptake in modo non competitivo attraverso l'aumento
delle concentrazioni intracellulari di Na+. A livello recettoriali, si
osserva una variazione nella sintesi dei recettori 5-HT1 e 5-HT2
e dei recettori b1 adrenergici.
Si ritiene che
la variazione dell'espressione dei recettori sia responsabile dell'effetto
antidepressivo dell'iperico.
L'iperforina è
il principale inibitore del reuptake (inibisce il reuptake della serotonina,
norepinefrina e dopamina tra gli 80 e i 200 nmol/l).
Si pensa che
l'iperforina possa agire come punto comune nel meccanismo d'azione di
differenti proteine di trasporto coinvolte nel reuptake di questi
neurotrasmettitori. Infatti, l'iperforina riduce il gradiente di sodio usato da
questi trasportatori come forza trainante.
Come il monensin, il modo d'azione dell'iperforina sembra essere
associato con un'elevata concentrazione di sodio [NA+]. Oltre a
questa attivazione della conducibilità intracellulare del sodio che coinvolge i
canali ionici, l'iperforina stimola anche il rilascio di glutammato, aspartato
e GABA dai sinaptosomi corticali di ratto come conseguenza di una incremento
nei livelli di [Ca2+].
I risultati di
diversi studi suggeriscono che l'iperico sia superiore al placebo ed efficace
quanto gli antidepressivi di sintesi (inibitori della ricaptazione delle
monoamine: imipramina) nel trattamento della depressione lieve o moderata.
Come per gli antidepressivi
di sintesi, l'effetto terapeutico non si manifesta prima di 10-14 giorni
dall'inizio del trattamento.
Un altro studio realizzato in doppio cieco (su 240 persone) ha evidenziato un'eguale efficacia del'iperico e della fluoxetina (Prozac).
Non la stessa efficacia l'iperico mostra nelle forme più gravi di depressione.
Un altro studio realizzato in doppio cieco (su 240 persone) ha evidenziato un'eguale efficacia del'iperico e della fluoxetina (Prozac).
Non la stessa efficacia l'iperico mostra nelle forme più gravi di depressione.
Antiinfiammatoria
Gli estratti
lipofilici d'Iperico sono stati usati per il trattamento topico di ferite
superficiali, ustioni, cicatrici e dermatiti. Questi effetti antiinfiammatori
sono dovuti, in parte, alla capacità inibitoria della quercetina [7] sui segnali di trasduzione pro-infiammatorie, in particolare sull'induzione della sintesi dell'ossido
nitrico. L'iperforina gioca un ruolo importante in questo processo alterando la
capacità delle cellule epidermiche nel stimolare l'attivazione delle cellule T
e la proliferazione, fornendo una spiegazione razionale per il trattamento
tradizionale delle lesioni cutanee infiammatorie con estratti di iperico.
L'iperforina inibisce l'esplosione ossidativa delle cellule polimorfonucleate
(PMNs). L'iperforina agisce anche come inibitore duale della 5-lipossigenasi
5-LO e della cicloossigenasi-1 COX-1, nelle cellule sane come pure nell'attività
catalitica degli enzimi, suggerendo il potenaizle terapeutico nelle malattie
infiammatorie e allergiche connesse con eicosanoidi.
D'altronde,
l'iperforina induce l'espressione dell'interleukina 8 (IL-() nelle cellule
epiteliali umane e negli epatociti. Questa induzione è dose e tempo dipendente
e richiede la stimolazione della chinasi 1 e 2 regolata extracellularmente,
portando all'attivazione del fattore di trascrizione AP-1. L'iperforina induce
anche l'mRNA della molecola-1 di adesione intercellulare (ICAM-1). Sia Il-8 che
ICAM-1 sono mediatori proinfiammatori,
in particolare IL-8 che stimola la produzione proteica nella fase acuta
nel fegato e contribuisce all'infiammazione intestinale. L'iperforina e gli
estratti dell'iperico che contengono l'iperforina perciò giocano attività sia
anti- che proinfiamamtoria, dipendente dalla loro concentrazione e dal tipo
cellulare. Perciò, i trattamenti con queste sostanze devono essere attentamente
controllati.
Il flavonoide quercetina contribuisce alle proprietà antiinfiammatorie dell'iperico.
Azione sull'Apparato digerente
L'azione
stimolante, riepitalizzante e antiinfiammatoria si attua anche sulla mucosa
intestinale, in caso di gastriti e di ulcera gastrica.
Antitumorale
Vale la pena
notare che l'iperforina promuove anche l'apoptosi di varie cellule tumorali dei tumori solidi e
delle neoplasie ematologiche, inclusa la leucemia linfocitica cronica B-cell.
Inoltre, l' iperforina inibisce la capacità di migrazione e l'invasione delle
differenti cellule tumorali, come pure esibisce effetti antiangiogenici [8]. L'iperico agisce sul
metabolismo dei tumori cerebrali umani (prevenzione e terapia anticancro) ad
opera dell'iperoside quercetolo 3-galattoside. Un eteroside che si ritrova anche in betulla alba L e
nel crataegus oxyacantha L[9].
L'ipericina è
un forte fotosensibilizzante naturale ed una potenziale applicazione per la
terapia antitumorale fotodinamica[10].
Coleretico
L'ipericina
stimola anche la produzione di bile.
Epatoprotettrice
L'azione di protezione
del fegato gli è conferita dall'ipericina.
Immunostimolante
Stimola il
sistema immunitario
Farmacocinetica
La farmacocinetica dell'iperforina e
dell'ipericina è stata studiata in dettaglio. In seguito alla somministrazione
orale nell'uomo, sia l'iperforina che l'ipericina vengono assorbite lentamente:
il picco plasmatico dell'iperforina viene raggiunto dopo 3-4 ore, mentre quello
dell'ipericina dopo 6-7 ore; l'emivita dell'iperforina di 9-12 ore, quella
dell'ipericina di 24-48 ore.
I livelli
plasmatici dell'iperforina sono almeno 10 volte più elevati di quelli
dell'ipericina in seguito a somministrazione orale di estratti di iperico.
La lenta
eliminazione dell'ipericina può causare un suo accumulo nel plasma in seguito
all' uso di estratto di iperico superiore alle due settimane; viceversa,
l'iperforina non sembra accumularsi anche in seguito a ripeture
somministrazioni.
Tossicità
L'iperico può
interagire con i farmaci tradizionali per cui va soggetto a prescrizione
medica. Infatti, si sono osservate delle importanti interazioni farmacologiche
tra l'iperico e numerosi farmaci convenzionali (per esempio: amitriptilina,
ciclosporina, contraccettivi orali, irinotecano, indinavir (antivirale
anti-AIDS), fenprocumone/warfarina, digossina).
Secondo l’
EMEA, European Medicines Evaluation Agency, vi è rischio di interazioni tra
preparazioni di Hypericum perforatum
ed altri farmaci, probabilmente correlate all’induzione di alcuni isoenzimi del
citocromo P450, che potrebbero provocare l' aumento del metabolismo e la
riduzione della concentrazione plasmatica e degli effetti terapeutici di alcuni
farmaci metabolizzati dal citocromo stesso, con conseguente possibile
fallimento terapeutico. Inoltre, gli estratti d'iperico possono indurre la
sintesi della glicoproteina P a livello intestinale (provocando una diminuzione
dell'assorbimento dei farmaci). Ciò porta alla ridotta efficacia dei farmaci.
Sono stati descritti
episodi di sindrome serotoninergica (variazione dello stato mentale, tremore,
instabilità, irrequietezza) quando l'iperico veniva somministrato in
associazione con inibitori della ricaptazione della 5-HT (paroxetina,
sertralina e nefazodone).
Gli effetti
collaterali dell'uso dell'iperico come antidepressivo sono lievi e transitori.
Infatti, essi includono sintomi gastrointestinali, mal di testa, vertigini,
stanchezza, affaticamento, secchezza delle fauci ed irrequietezza.
Un ulteriore
vantaggio nell'utilizzo dell'iperico è che analizzando le varie fasi del sonno
si è riscontrato un aumento del sonno profondo, nessun effetto sul sonno REM
(che risulta soppresso dagli altri antidepressivi) e nessun effetto sedativo
sulle ore di veglia.
Aumenta la fotosensibilità,
sebbene raro questo effetto, si raccomanda di evitare di esporsi al sole
durante la cura.
Sono stati
segnalati casi di crisi ipertensive, di collasso durante l'anestesia, di
episodi maniacali in seguito all'assunzione di iperico da parte di individui
suscettibili.
Riduce
l'effetto contraccettivo degli anticoncezionali ormonali.
Potenzia gli effetti
degli antidepressivi chimici.
L'assunzione
va sospesa almeno 4 giorni prima degli interventi chirurgici perché l'iperico
ha un effetto anticoagulante.
Non si deve
assumere in gravidanza e allattamento. Sebebne uno studio ha evidenziato la
sicurezza dell'iperico durante l'allattamento, sia per la madre che per il
neonato[11].
Preparazioni/Dose
La commissione
E tedesca indica una dose giornaliera di 2-4
g di droga grezza oppure preparazioni contenenti 0.2-1 mg di ipericina totale (somma di ipericina e pseudoipericina).
Sono
disponibili estratti idroalcolici (nei quli il rapporto di iperico:estratto va
da 4:1 a 7:1) che possono contenere lo 0,1-0,3% di ipericina, il 2-4% di
flavonoidi e fino al 6% di iperforina.
La
somministrazione della tintura madre consiste nel mettere 50 gocce in un bicchiere d'acqua da 1 a 3 volte al giorno per un
periodo di almeno 2 mesi.
Si usa un
estratto alcolico standardizzato (LI160) ad ipericina (0,3%) alla dose di 900
mg (equivalenti a 2,7 mg di ipericina), suddivisa in tre dosi singole). Ma oggi
in commercio si trovano i prodotti standardizzati ad iperforina, in quanto si
pensa sia lui il principio attivo. Questi prodotti sono standardizzati al 2-6% di iperforina.
Si assume
anche come integratore alimentare
contenente la droga secca : 500-800 mg (sotto forma di capsule) al mattino.
Bibliografia
[1] Muller, WE., editor. St. John’s Wort
and its active principles in depression and anxiety. Birkhauser Verlag; Basel,
Switzerland: 2005
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prepared with different methods. Journal of Pharmaceutical and Biomedical Analysis. 2007;
45:756–761.
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perforatum L. growing in Lithuania. Biochemical
Systematics and Ecology. 2005; 33:113–124.
[4] Sara Crocket - Essential
Oil and Volatile Components of the Genus Hypericum (Hypericaceae) 2010
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skin sensitivity to simulated sun exposure. Natural Product Communications.
2006; 1:209–213.
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[8] Quiney - Hyperforin, a new lead compound against the progression of
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20, 1519–1525.[6] Schempp e coll. (2003) Phytomedicine 10 (Suppl.): 31-37
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[9] Carlotta Satta - Piante officinali spontanee di Sardegna. Zonza Editore -
Iperico pag. 154
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cancer treatment: more light on the way. Int J Biochem Cell Biol 2002; 34:
221–241