giovedì 14 aprile 2011

Leishmania

Il genere Leishmania comprende tre specie (L. infantum donovani; L. tropica; L. chagasi, L. braziliensis) morfologicamente simili tra di loro, ma differenti per caratteristiche colturali e sierologiche, per la malattia provocata negli ospiti, per la distribuzione geografica e per i vettori.
Solo le prime due specie sono presenti in Italia.
Le Leishmania sono dei parassiti protozoari intracellulari dei macrofagi e delle cellule dendritiche del cane e dell'uomo e di numerosi animali selvatici. Le leshamie sono causa di zoonosi, nell'uomo danno una forma viscerale nota come "kala-azar".
Il vettore della leishmaniosi è il Phlebotomus papatasi comunemente noto come flebotomo o pappatacio, un dittero del genere Phlebotomus. Nel Nuovo Mondo, invece, il vettore appartiene al genere Lutzomyia. 
Phlebotomus papatasi
Una volta all'interno del mammifero i protozoi si moltiplicano dentro le cellule della linea monocita/macrofagica. Una volta che avviene la rottura delle cellule gli amastigoti liberati invadono altri macrofagi. Dentro il macrofago, questi protozoi appaiono  come organismi rotondeggianti od ovoidali con il cinetoplasto a forma di bastoncello situato a fianco del nucleo. La leishmania intracellulare, misura dai 2 ai 5 micrometri e possiede un abbozzo di flagello che non si estende oltre il margine cellulare. Questa forma amastigote viene ingerita dal flebotomo durante il pasto di sangue. Nell'intestino del dittero il protozoo si trasforma in promastigote caratterizzato dalla presenza di un lungo flagello libero che fuoriesce dall'estremità anteriore del parassita. Le dimensioni di questa forma può raggiungere anche i 15 micrometri. Questi si dividono ripetutamente e poi grazie al loro flagello si muovono in senso anteriore e raggiungono la faringe del flebotomo e poi giù nella proboscide. Qui i promastigoti attendono fino al nuovo pasto dell'insetto per passare nel circolo sanguigno dell'ospite vertebrato. I promastigoti , una volta  nel circolo isanguigno del  vertebrato, innescano una risposta da parte dei macrofagi e dei monociti e vengono da essi fagocitati. Questa adesione viene facilitata da diverse molecole che si trovano sulla superficie del promastigote come il lipofosfoglicano (LPG) e la glicoproteina GP63 e dall'interazione fra il parassita e i recettori specifici sulla superficie del macrofago. Una volta fagocitato il promastigote si trasforma in amastigote. Quest'ultimi si dividono per scissione binaria all'interno del vacuolo parassitoforo finchè non raggiungono un numero tale da portare a rottura il macrofago, liberandoli nel circolo sanguigno.

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